Franco Montesanti (-), scrittore, critico e traduttore italiano.

Introduzione a «Carmen» modifica

Citazioni modifica

  • A differenza di Colomba, Carmen non conobbe un immediato successo. La critica tacque quasi del tutto e il pubblico fu scandalizzato dalla crudezza della storia. (p. XV-XVI)
  • Un vero successo librario Carmen doveva conoscerlo molto più tardi, soltanto nel nostro secolo, grazie alla popolarizzazione dei suoi personaggi operata dall'opera di Bizet. (p. XVI)
  • Per Mérimée la Spagna rappresenta un qualcosa di diametralmente diverso dalla realtà con cui ha a che fare quotidianamente: soddisfa il suo bisogno, da sempre intimamente reazionario, di una realtà borghese. Il borghesissimo Mérimée è naturalmente attratto da ciò che nega il suo «status». (p. XVI)
  • In Carmen confluiscono l'amore per l'esotico e l'attrazione per il fuorilegge. Don José, stregato dall' «esotica» Carmen, diviene, per amor suo, un fuorilegge: ma non riesce mai ad esserlo completamente, e finisce col soccombere, pur uccidendola, alla gitana che è il simbolo di quel che sta al di là di ogni regola e di ogni legge, del puro capriccio. (p. XVI)
  • Mérimée concepì la sua novella in un momento in cui il brigante era da tempo l'eroe alla moda. Da Schiller a Scott, da Byron a Sue, non si contano le opere che tra Settecento e Ottocento sono popolate da fuorilegge sottomessi soltanto alle loro regole o a quelle del loro «clan». Mérimée si inserì in questa tradizione, così come in quella dell'amore per la «pittoresca» Spagna, il paese che allora più attirava i romantici d'ogni tipo. (p. XVI)

[Franco Montesanti, Introduzione a «Carmen»; citato in Prosper Mérimée, Carmen, Garzanti Editore, 1984]