Emma Bonino

politica italiana (1948-)

Emma Bonino (1948 – vivente), donna politica italiana.

Emma Bonino, 2010

Citazioni di Emma Bonino modifica

  • [Parlando dell'immigrazione] Abbiamo chiesto che il coordinatore fosse a Roma, alla Guardia Costiera, e che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia l'abbiamo chiesto noi. L'accordo l'abbiamo fatto noi. Violando per altro [la convenzione di] Dublino.[1]
  • Avere la consapevolezza che noi non siamo il nostro male [il tumore], che siamo altro, che dobbiamo sforzarci di continuare a essere le stesse identiche persone di prima costituisce la nostra speranza e la nostra fede laica.[2]
  • Chi meglio degli olandesi conosce le virtù e le minacce dell'acqua?[3]
  • [Su Adele Faccio] Con Adele ho iniziato la mia militanza politica nella lotta contro l'aborto clandestino e le mammane. Con lei sono entrata per la prima volta in Parlamento. Ho condiviso con Adele aspre battaglie insieme a Marco Pannella, Mauro Mellini, Adelaide Aglietta e Gianfranco Spadaccia. Di lei conservo un ricordo pieno di affetto e tenerezza.[4]
  • Credo che molte delle contorsioni del Pd dipendano dalle geometrie variabili dell'Udc, un meccanismo un po' opaco. A Casini vorrei chiedere: perché sostiene Mercedes Bresso e non me?[5]
  • Dobbiamo ricordare che le donne al potere sono spesso "figlie di", "mogli di"... Non legherei la vita, le opere e le idee di Benazir Bhutto ai problemi di genere che ci sono ed esistono in Pakistan.[6]
  • Durante tutta la mia carriera politica mi sono sentita ripetere a più riprese: Emma, tu sei una figura molto amata in questo paese, un giorno o l'altro ti faranno un monumento! Avrei preferito essere amata di meno e votata di più.[2]
  • [Sul possibile intervento militare in Siria di Francia, Regno Unito e Stati Uniti d'America] È preoccupante che si stia già preparando una coalizione di volenterosi ancora prima della proposta di una risoluzione Onu. Francamente, non so cosa voglia realmente fare questa coalizione. Punire Assad? Porre fine al conflitto? Non lo so, non mi è chiaro.[7]
  • [Romano Prodi] Ha il cervello piatto.[8]
  • [Sergio Mattarella] Ha una struttura giuridica molto forte, qualità che sarà fondamentale per il ripristino e la difesa del diritto nel nostro paese e dello Stato di diritto che è l'unica base possibile di convivenza democratica.[2]
  • [Riferendosi all'approvazione di un emendamento alla Finanziaria 2008 sul taglio dei Ministeri] Hanno adottato una stronzata di proporzioni epocali. Ma sono contenti, e passerà in fanfara in aula. Tralascio le considerazioni politiche, ma aver sottoscritto il testo dell'emendamento approvato è una manifestazione di leggerezza inaccettabile della maggioranza e del governo.[9]
  • Ho sostenuto da sempre che per quanto riguarda immigrati, immigrati illegali, clandestini e quant'altro la nostra politica di pura reazione, di puri respingimenti e solo affrontata dal punto di vista securitario era una politica che andava cambiata perché non dava nessun risultato ed era una politica a mio avviso sbagliata.[10]
  • Ieri hanno vinto il coraggio e la tenacia. Il coraggio delle centinaia di attiviste africane che hanno rotto un tabù millenario; la tenacia delle associazioni non governative e di alcuni governi – in particolare italiani e burkinabé – che nel tempo hanno laboriosamente creato il consenso politico per ottenere una conquista di civiltà. Con il voto di ieri dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sulla Risoluzione di messa al bando universale delle mutilazioni genitali femminili (MGF), la comunità internazionale ha deciso di schierarsi dalla parte del diritto, chiedendo agli Stati che non l'abbiano ancora fatto di approvare rapidamente leggi adeguate e di imporne l'attuazione. E per "adeguate" s'intende sanzioni penali per chi pratica le MGF, che avvengano o meno all'interno di strutture sanitarie. È un risultato di cui andare orgogliosi, specialmente per noi italiani che abbiamo accompagnato sin dall'inizio, oltre dieci anni fa, la lotta di liberazione delle donne, soprattutto africane, da questa pratica crudele, umiliante, dannosa ed obsoleta.[11]
  • Il Manifesto di Spinelli indica un processo politico nel senso più pieno del termine: non chiama in causa insidiose argomentazioni culturali e identitarie, che non poco hanno contribuito a raffreddare l'entusiasmo verso il progetto costituzionale europeo, ma vede l'Europa federale come progetto politico condiviso. L'idea degli Stati Uniti d'Europa era e rimane il traguardo di questo percorso, attraverso una versione aggiornata e sostenibile dell'opzione federalista che ho spesso avuto occasione di richiamare, ormai da diversi anni.[12]
  • Io avevo seguito da Commissario europeo le esperienze di Gino Strada, anche in Kurdistan, e penso che abbia un atteggiamento così ambiguo, tra l'umanitario e il politico, che si può prestare a qualunque illazione. Fa un lavoro umanitario, ma ha un comportamento nettamente politico, di parte, di un partito suo. Scientemente o incoscientemente, che sarebbe ancora peggio, finisce per giocare un ruolo che è ambiguo, tra torturati e torturatori. Quando uno si mette a praticare una linea così poco limpida, si presta a qualunque gioco altrui. Nell'illusione di tirare lui le fila finisce che il burattinaio non è lui.[13]
  • L'attentato costato la vita a Benazir Bhutto non era mirato contro la prima donna ad aver retto il governo di un Paese islamico, ma contro un'esponente dell'opposizione impegnata per rendere credibile la transizione democratica del Paese.[6]
  • L'eredità dell'Editto di Costantino – anche noto come Editto di Tolleranza, denominazione che io prediligo – ha consentito di riconoscere al principio della libertà di culto una posizione centrale all'interno della società occidentale, sopravvivendo alle infinite e dolorose vicissitudini storiche attraversate dai popoli e dagli Stati del nostro Continente nel corso di diciassette lunghissimi secoli. Non si è trattato di un percorso semplice né indolore! Basti ricordare le guerre di religione del XVI secolo fino all'olocausto degli ebrei. Solo a partire dal Secondo dopoguerra il principio della libertà di culto è effettivamente assurto al rango di diritto universale, tutelato da Convenzioni internazionali e accolto all'interno del moderno sistema di leggi e nelle costituzioni degli Stati europei.[14]
  • L'uso sproporzionato della forza da parte della polizia e il fermo di decine di avvocati non possono mai essere una risposta accettabile. La storia lo insegna e lo insegna anche la storia italiana. Il diritto a manifestare in maniera non violenta è un pilastro irrinunciabile della democrazia, come lo sono il pluralismo e la tolleranza. Non ci può essere alternativa alla via del dialogo e del confronto. Il dialogo è, in realtà, lo strumento dei forti. Il ricorso alla forza o alla violenza è spesso espressione di debolezza.[15]
  • La degenerazione dello stato di diritto e della democrazia riguarda tutti, la mia candidatura è un'alternativa e un'opportunità. [16]
  • La gravità degli scontri in corso a Kiev pone il popolo ucraino di fronte ad una situazione drammatica, di una violenza inaccettabile che come europei condanniamo con estrema fermezza. E' con massima preoccupazione che va considerato – e scongiurato – il rischio concreto di una guerra civile alle porte dell'Unione Europea. Insieme ai miei colleghi [Ministri degli esteri] europei rinnovo alle Autorità ucraine l'appello più deciso affinché cessino reazioni violente, indiscriminate e sproporzionate alle proteste popolari, che devono svolgersi pacificamente, nell'ambito della legalità. Non potranno essere più tollerati abusi nei confronti della popolazione, né provocazioni di frange estremiste e violente. Nonostante i margini negoziali fra governo ed opposizioni appaiano in queste ore ancora più ridotti, non esiste alcuna vera alternativa alla ripresa del dialogo, che l'Europa intende sostenere col massimo impegno. In caso di continuazione delle violenze, non escludiamo il ricorso a misure restrittive eccezionali.[17]
  • La mia candidatura è un'alternativa per i cittadini che credono nello Stato di diritto e nella legalità nel nostro Paese. Rappresento la dignità della politica contro lo sfascio del regime partitocratico.[8]
  • [...] Berlusconi non mi pare più in grado di gestire alcunché politicamente parlando, non lo ha fatto nemmeno in periodi meno turbolenti, e non vedo perché dovrebbe farlo adesso.[18]
  • La notizia della scomparsa di Margherita Hack mi rattrista molto. È stata una figura straordinaria, amata dai giovani per la sua capacità di spiegare la scienza con grande semplicità e prima donna a dirigere un osservatorio astronomico in Italia.[19]
  • La Turchia è chiamata a decidere se vuole diventare una democrazia matura. Il Governo italiano [Governo Letta] continua a credere fermamente nella prospettiva europea della Turchia e sono convinta che il processo di adesione all'Unione europea, se perseguito senza tentennamenti, possa avere un effetto benefico sulla dinamica politica del Paese. E, allora, se vogliamo sostenere il processo di democratizzazione della Turchia, dobbiamo continuare ad incoraggiarla sulla via dell'adesione a rispettare i principi di pluralismo e di democrazia. La nostra scelta è chiara: noi vogliamo una Turchia pienamente democratica in Europa e per raggiungere quest'obiettivo occorrono leadership lungimiranti da una parte e anche da parte europea.[15]
  • [Sul caso Alma Shalabayeva] Leggevo ieri su autorevoli organi circa i cosiddetti "tormenti di Emma". Francamente chi non sarebbe tormentato da una vicenda di questo tipo? Se volete che ve la dica tutta, io non ci dormo dal 31 maggio: più tormenti di così! Forse non sono quelli cui alludevano questi autorevoli organi di stampa, ma i miei tormenti certamente li ho avuti e continuerò ad averli non solo su questi casi. Chiunque si occupi di diritti umani, specie da posizioni di responsabilità, vive molti tormenti e subisce anche molte sconfitte.[20]
  • L'Italia fuori dall'Euro e dall'Ue sarebbe destinata all'irrilevanza e a un inevitabile declino. Immaginate il pensionato da 1.000 euro al mese: non avrebbe la pensione di 2 milioni di vecchie lire ma di un milione. E le imprese con i dazi finirebbero strozzate nel loro export.[21]
  • Nato e cresciuto nel centro di quell'Impero che governò per 31 anni, l'Imperatore Costantino ha nel corso della propria esistenza viaggiato attraverso il mondo allora conosciuto, scoprendo le diversità tra le culture, le lingue e le regole sociali dei popoli, giungendo a comprendere come l'esistenza di diversi credi e culture all'interno del territorio imperiale di allora rappresentasse non una minaccia da contrastare o un fenomeno da perseguitare, ma una ricchezza da difendere, valorizzare e trasfondere nell'enunciazione di principi universalmente riconoscibili, accettati e rispettati da tutti i cittadini.[14]
  • Nessun Paese europeo – né quello più grande né quello con il più ricco patrimonio culturale – può pretendere di vincere da solo le grandi sfide della diplomazia culturale. Per costruire un fronte unico a difesa dei valori di libertà, diversità e pluralità, occorre un'azione di ampio respiro che solo un soggetto realmente globale, come gli Stati Uniti d'Europa, potrà efficacemente assicurare.[22]
  • Non escludo la possibilità di candidarmi come leader di centrosinistra, ma appoggerei chiunque avesse in mente un programma a tutela della legalità di questo Paese, dove non esiste più Stato di diritto. Noi Radicali, da questo punto di vista, siamo forse i più credibili.[23]
  • Non mi dilungo oltre, anche perché un discorso prima di pranzo non deve mai durare più di alcuni sorsi di spumante.[22]
  • Non riesco mai a gioire quando entrano in campo eserciti e militari è un fatto che in Egitto sono state introdotte misure d'eccezione, l'Italia sta operando perché durino il meno possibile e si riavvii un percorso di normalizzazione costituzionale nel pieno rispetto delle libertà personali.[24]
  • [Sulla morte di Benazir Bhutto] Non si tratta della morte di una donna scomoda. I problemi del Pachistan non sono di genere, sono quelli di un Paese impegnato in un complesso processo di evoluzione democratica dalla dittatura militare. Non dimentichiamo che anche l'altro ex primo ministro e leader dell'opposizione Nawaz Sharif è scampato a diversi attentati ed è un uomo.[6]
  • Oggi pare vietato esprimere critiche politiche puntuali. Chi ci prova viene messo alla gogna o la sua identità viene stravolta. Guardi al mio caso: per decenni passavo per una disfattista a causa del divorzio e l'aborto, ora i giornali del Cavaliere mi chiamano Santa Maria Coretti, parruccona, torquemada... Ma tutto questo a me pare solo un segno di debolezza e di nervosismo.[25]
  • [Qual è la sua lettura dei fatti?] Penso, al contrario di quanto continuano a sostenere tante altre persone, che il terrorismo sia una minaccia come lo sono stati il nazismo o lo stalinismo. E che quindi non è, a dispetto di certi luoghi comuni di sinistra, il prodotto della povertà o dell'unilateralismo USA. [...] Credo che i gruppi del terrore siano organizzazioni pericolose e molto astute. Vogliono governare, tramite un regime alla talebana, su una parte del mondo arabo e contro un'altra parte: quella degli arabi moderati e dell'Occidente democratico. [Scontro interno all'Islam?] Sì, e anche esterno. I terroristi sanno, per esempio, che la principale "debolezza" dell'Occidente è l'opinione pubblica. [...] [Ma lei crede davvero che laggiù la democrazia sia esportabile?] Nel mondo arabo esistono fonti di informazione, a noi del tutto ignote, le quali sostengono l'idea che c'è bisogno di una pressione esterna per diffondere la democrazia. Per esempio, il comunismo, senza la pressione esercitata dagli europei e della politica reaganiana, oggi sarebbe ancora in piedi. E l'apartheid in Sudafrica è forse caduto da solo?[26]
  • [Durante la guerra civile siriana] Prima di assumere qualunque tipo di iniziativa in Siria bisogna pensarci mille volte perché le ripercussioni potrebbero essere drammatiche.[27]
  • Quando si guarda allo specchio, l'Europa non solo vi riconosce tradizioni, lingue, religioni, costumi diversi, ma acquista piena coscienza di quali sono la sua essenza e le sue possibilità: comprende che è illusorio individuare in 500 milioni di persone un'omogeneità culturale, un'identità collettiva tipicamente europea. Lo dico – per inciso – anche in risposta a coloro che sostengono l'argomento dell'identità collettiva per opporsi al processo di adesione della Turchia all'Unione Europea...[22]
  • [Sul caso Eluana Englaro] [...] quando un Governo è capace di inventare falsità a reti unificate, trasformarle in decreto e poi portarle per essere timbrate in un Parlamento addomesticato e ricattato dal pietismo televisivo, questo dovrebbe terrorizzarci.[28]
  • Ritengo che debba essere il Consiglio di Sicurezza ad assumere le decisioni dovute e prendersi le responsabilità che derivano dal suo ruolo di garante della pace e sicurezza internazionali. Voglio essere chiara: siamo di fronte a un crimine di guerra e il governo italiano [il Governo Letta] si associa pienamente alla condanna internazionale. Tuttavia l'Italia non parteciperà attivamente ad azioni militari deliberate e attuate al di fuori del contesto delle Nazioni Unite. Il nostro Paese è già impegnato ai limiti delle sue possibilità in diversi teatri internazionali: in Libano con 1100 uomini, in Afghanistan con 3200 soldati, nei Balcani con 650 effettivi, nell'Oceano Indiano con più di 300 uomini, nel Sinai con 80 osservatori. E non cito tutte le altre presenze minori in Libia, Somalia, Mali, Emirati Arabi, Malta etc. per un totale di quasi 6000 militari.[29]
  • Sapete quanto questo Paese, la Turchia, sia nel mio cuore e quanto io abbia negli anni seguito e incoraggiato la sua evoluzione. Questo Governo è espressione di libere elezioni, certamente, che hanno dato per tre volte successive una chiara maggioranza al partito del Primo Ministro, ma come ha detto autorevolmente il Presidente Gül, le elezioni da sole non sono sufficienti. Per comprendere le cause profonde è venuto il momento anche di un sincero esame di coscienza da parte dell'Europa. Nel recente passato è stato elogiato il modello Turco, anche oltre i suoi meriti, per i suoi successi economici e perché si sperava – e si spera ancora – fosse capace di coniugare – e sia capace di coniugare – islam e democrazia. Questo modello è stato sostenuto con l'apertura dei negoziati di adesione all'Unione europea, riconosciuto in occasione del referendum costituzionale del 2010 che ha ridotto il potere dell'esercito, ma devo dire poi che alcuni Paesi europei e l'Europa in generale lo ha poi abbandonato, con una netta chiusura sul fronte dei capitoli negoziali. Io credo sia stata una visione miope, un arretramento della prospettiva europea della Turchia, compiuto proprio nel momento in cui vi era più bisogno di sostenere il consolidamento degli standard democratici del Paese. Un comportamento del tutto incoerente se consideriamo che l'adozione di alcuni dei capitoli bloccati – quello per esempio sui diritti fondamentali e sulla libertà di espressione – avrebbe accolto la rivendicazione di tanti turchi scesi ora nelle piazze e nelle strade.[15]
  • Sulla vita ci deve essere una libertà di scelta personale, non c'è nulla di estremista nel dirlo, mia madre che è cattolica mi ha insegnato il libero arbitrio.[30]
  • Un detto popolare italiano dice: semplice come bere un bicchiere d'acqua. Eppure, questa semplicità è ancora un lusso per i 783 milioni di uomini e donne che non hanno ancora accesso all'acqua potabile.[3]
  • Va detto che tradizionalmente la fascinazione dei Paesi democratici nei confronti degli "uomini forti" è rimasta costante nel tempo. Da sempre noi abbiamo creato, preferito e a volte sostenuto tutta una serie di dittatori, talvolta in versione anticomunista, altre volte in qualità di alleati contro la jihad islamica, oppure perché amici nell'organizzazione del mercato. Ripeto, spesso abbiamo costruito, per non dire protetto, una serie di dittatori. Basti pensare a Idi Amin Dada, Bokassa e Mobutu (per citarne solo alcuni), che rispondevano alle esigenze geopolitiche del momento. Oltre al resto, va anche considerato che il dramma di questa realpolitik è che questi dittatori sono molto longevi e normalmente sopravvivono persino quando viene meno l'interesse geo-strategico che aveva inizialmente spinto a supportarli. Ne consegue che, ad esempio, quando è caduto il comunismo e non vi è stata quindi più la necessità di sostenere alcun dittatore in funzione anticomunista, imperterriti si è andati avanti nello stesso modo. Tale fascinazione, che nell'immediato risponde ad alcuni interessi reali di politica internazionale – che non vanno evidentemente sottovalutati – determina però qualche piccolo dettaglio negativo visto che non solo i dittatori sterminano i propri popoli, ma ad un certo punto diventano anche disutili, se non addirittura controproducenti rispetto ai nuovi scenari che si delineano nel mondo![31]
  • ...se andiamo un po' sotto il linguaggio diplomatico, non stiamo affatto collaborando con il Governo al-Sarraj, che non esiste: non si può collaborare con un'entità che non esiste. Sapete perfettamente, come me, che il Governo al-Sarraj non controlla neanche il palazzo in cui sta; sapete perfettamente che la Libia è fatta di due Stati, di tre Parlamenti e di centinaia di milizie, che sono le uniche che, in lotta le une con le altre, controllano il territorio.[32]
  • L'ipocrisia e la malafede di chi confonde la richiesta di garanzie per tutti con la pretesa di impunità dei colpevoli, facendoli coincidere con tutti i sospettati, e considera il sospetto l'anticamera della verità, non ci appartengono. Ora, signor Ministro [Alfonso Bonafede], il sospettato è diventato lei e a diffondere il sospetto è stato un magistrato [Nino Di Matteo] cui lei aveva proposto incarichi pare importanti in via Arenula, in uno scontro che è tutto interno al partito a cui lei appartiene e di cui dall'esterno possiamo cogliere allusioni e messaggi in codice tutt'altro che trasparenti. C'è oggi chi le dice delle cose, ritorcendo contro di lei le sue stesse parole. Quattro anni fa lei disse che, se c'è un sospetto, anche chi è pulito deve dimettersi. Se lo ricorda? No? Peccato. Come tutti i propagatori della cultura del sospetto, non immaginava un giorno di diventarne vittima. Chiediamo le sue dimissioni per la ragione esattamente opposta: non perché lei è sospettato, ma perché non vogliamo un Ministro della giustizia che sia il rappresentante della cultura del sospetto.[33]

Citazioni su Emma Bonino modifica

  • È una donna fuori dagli stereotipi. È una fuoriclasse. Questo è come la penso. (Pierluigi Bersani)
  • Il personaggio più sopravvalutato della politica italiana, che negli anni ha preso poltrone da destra e da sinistra. A questo giro è piaciuta alla sinistra chic perché sta su tutto e non impegna. È piaciuta soprattutto ai renziani che hanno cominciato (troppo tardi) a pentirsi di essere renziani. Un piccolo circolo che non ha capito il sentimento del Paese. Non poteva che finire sotto il 3 per cento. (Gianni Barbacetto)
  • La Cirinnà? Viva la Cirinnà. Ha fatto bene a esporre quel cartello Dio, Patria e famiglia. Ma in fondo è vero: è una vita de merda perché ci son dei condizionamenti pazzeschi. In Italia siamo troppo condizionati. La Cirinnà è un po’ la Bonino dei tempi nostri. Se non ci fosse stata la Bonino, staremmo ancora sotto al gioco, noi donne. Col cappione al collo. Avete stancato, viva la Bonino, viva la Cirinnà. (Alessandra Mussolini)
  • Nel settembre del 1997 Emma Bonino, commissario dell'Unione Europea chiese di visitare l'Afghanistan. I Talebani non avevano alcun obbligo di farla entrare poiché la Ue non riconosceva il loro governo. Tuttavia le diedero il visto e la trattarono con gentilezza e cortesìa come han sempre fatto con gli ospiti, anche durante il periodo drammatico dell'aggressione Usa dell'ottobre 2001, e com'è nella tradizione afgana. Emma poté visitare l'Afghanistan e vedere tutto quello che voleva. Il 28 settembre, seguita da un codazzo di 19 persone, fra delegati Ue, giornalisti, fotografi e cameramen, entrò in un ospedale di Kabul e si diresse dritta e di filato nel reparto femminile dove i fotografi cominciarono a fare i loro scatti e i cameramen a filmare. Un atteggiamento estremamente sciocco perché nella cultura islamica la riproduzione della figura umana è, in linea di massima, vietata. Basta guardare un tappeto persiano; è ornato con elementi vegetali, con animali, con pesci, ma non ci sono figure umane. E questo valeva tanto di più nell'Afghanistan talebano. Del resto anche da noi non si possono fotografare o filmare i degenti senza il loro consenso o l'autorizzazione dei dirigenti dell'ospedale. Arrivò il "Corpo per la promozione della virtù e la punizione del vizio", acchiappò la Bonino e gli altri e li portò al primo posto di polizia. Per un reato del genere era prevista la fustigazione con "le verghe sacre". Alla Bonino fu spiegato come andavano le cose da quelle parti e poco dopo fu rilasciata dai funzionari, perplessi e un poco disgustati. Avrebbero fatto meglio a fustigarla. Con le "verghe sacre", naturalmente. Forse avrebbe capito ciò che, da buona radicale occidentale, non ha mai capito: che anche la sensibilità e i costumi degli altri meritano rispetto. Lei invece ne volle fare un caso internazionale e, tornata a Bruxelles, ottenne che la Ue tagliasse i fondi umanitari per l'Afghanistan. (Massimo Fini)
  • [Definita «Un uomo chiamato Emma»] Ragiona come un funzionario modello della Cia. Predica la non violenza degli aerei Mirage e B52. Gli piacciono le carneficine umanitarie. È un sacerdote dell'idilio atomico. (Nichi Vendola)
  • Vedere la radicale Emma Bonino festeggiare l'anniversario del Concordato a Palazzo Borromeo – dopo che aveva combattuto il Concordato per tutta la vita, da anticlericale militante – mi ha ricordato quando da bambino mi davano il Fernet Branca per aiutarmi a vomitare. A voi non farà schifo, a me sì: perché le incoerenze più orrende non sono quelle dei voltagabbana professionisti, gente che del galleggiamento ha fatto un'arte molto italiana: sono quelle degli idealisti, dei promotori dei diritti civili, per esempio di una radicale che fino a due anni fa festeggiava la Breccia di Porta Pia coi compagni anticlericali – la Bonino c'era, ogni 20 settembre – e martedì scorso eccola presenziare solennemente all'anniversario della firma dei Patti Lateranensi all'ambasciata italiana presso la Santa Sede: c'erano le più alte cariche ecclesiastiche e naturalmente il segretario di Stato Vaticano. Domanda: era una scelta obbligata e responsabile, da ministro degli Esteri? Ma nemmeno per idea: e in ogni caso avrebbe potuto mandare uno dei suoi tanti viceministri o capi di gabinetto. Allora siamo troppo severi? No, perché forse non è chiaro che non stiamo parlando di una cerimonia qualsiasi, di una scartoffia burocratica, o di una fisiologica apertura tipo quelle che lo sciamano Pannella sta riservando a un papa sensibile verso il problema dei carcerati: parliamo dei Patti Lateranensi e cioè del Concordato, forse il nemico numero uno dei Radicali dalla fondazione a oggi, quel Concordato contro il quale i Radicali promossero un referendum abrogativo poi bocciato dalla Corte Costituzionale. (Filippo Facci)

Note modifica

  1. Dall'intervento alla 69esima assemblea di Confartigianato Brescia, 3 luglio 2017. Disponibile su giornalettismo.com (min. 1:08).
  2. a b c Dall'intervista di Giovanna Casadio e Dario Cresto-Dina, Emma Bonino: "Raccontare il male mi ha aiutato. Ora vediamo chi la spunta", Repubblica.it, 16 febbraio 2015.
  3. a b Citato in Intervento del Ministro Bonino al 20th United Nations Secretary General's Advisory Board on Water & Sanitation Meeting, Milano, 21 maggio 2013.
  4. Citato in Scompare a 86 anni Adele Faccio paladina dei diritti umani e civili, la Repubblica, 9 febbraio 2007.
  5. Citato in l'Unità, 8 gennaio 2010.
  6. a b c Citato in Bonino: Ma in Pakistan tutto il popolo è oppresso, la Repubblica, 29 dicembre 2007.
  7. Citato in Gabriella Tesoro, Operazione in Siria, si schierano gli armamenti. L'Italia vuole spiegazioni, Internationa Business Times.com, 29 agosto 2013.
  8. a b Citato in il Giornale, 9 gennaio 2010
  9. Dal discorso al VI congresso nazionale dei radicali a Padova, 3 novembre 2007.
  10. Citato in Immigrazione, Cicchitto al Papa: “Un conto è predicare, un altro gestire lo Stato”, il Fatto Quotidiano, 9 luglio 2013.
  11. Citato in Emma Boniono, Infibulazione, hanno vinto il coraggio e la tenacia, Huffingtonpost, 21 diecembre 2012.
  12. Citato in ntervento del Ministro Bonino al Convegno federalista “2014: Un Anno Decisivo per Federazione Europea”, Ministero degli affari esteri, Bologna, 21 novembre 2013.
  13. Citato in La Bonino attacca «Strada ha agito in modo ambiguo», Corriere della Sera, 10 aprile 2007, p. 5.
  14. a b Citato in Intervento del Ministro Bonino all'inaugurazione della Mostra "Konstantin - L'Editto di Costantino 1700 dopo", Ministero degli Affari Esteri, Roma, 28 novembre 2013.
  15. a b c Citato in Camera dei deputati – XVII Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea – Seduta n. 32 del 12 giugno 2013 – Informativa urgente del Governo sugli sviluppi della situazione in Turchia. Roma, 12 giugno 2013.
  16. Citato in l'Unità, 8 gennaio 2010.
  17. Citato in Ucraina: Bonino, violenza inaccettabile, Ministero degli Affari Esteri, Roma, 19 Febbraio 2014
  18. Citato in «Berlusconi non è più in grado di gestire alcunché», Il Post, 7 febbraio 2011
  19. Citato in Margherita Hack morta a 91 anni: l'astrofisica tra ricerca e diritti civili, Il Fatto Quotidiano, 29 giugno 2013.
  20. Citato in Senato della Repubblica – XVII Legislatura – Commissioni riunite, III Affari esteri e Diritti umani – Seduta n. 1 del 24 Luglio 2013 – Comunicazioni del ministro degli affari esteri Emma Bonino sul caso di Alma Shalabayeva., Roma, 24 luglio 2013.
  21. Citato in Bonino: "Con +Europa una scelta di campo: l'avversario non è il Pd ma i nazionalisti", Repubblica.it, 3 febbraio 2018.
  22. a b c Citato in Intervento del Ministro Bonino al I Simposio Internazionale sulla Diplomazia Culturale, Ministero degli Affari Esteri, Roma 12 giugno 2013.
  23. Citato in Emma Bonino: «Non escludo la possibilità di candidarmi come leader di centrosinistra», ilpost.it, 31 luglio 2010.
  24. Citato in Egitto, Emma Bonino: "Situazione preoccupante, siamo sull'orlo di un non ritorno", Huffingtonpost, Roma, 6 luglio 2013.
  25. Da Il Napoli, 3 giugno 2009.
  26. Dall'intervista a Il Messaggero, 17 aprile 2004.
  27. Da un'intervisto a Radio Radicale; citato in Siria, l'attacco militare è più vicino. Ma Assad avverte: «Gli Usa falliranno», Corriere.it, 26 agosto 2013.
  28. Citato in Senato della Repubblica – XVI Legislatura – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 145 del 09/02/2009 Seduta n. 145 del 09/02/2009.
  29. Citato in Federico Monga, Bonino: «non siamo in Kosovo i nostri militari già impegnati», Il Mattino, Roma, 28 agosto 2013.
  30. Citato in l'Unità, 8 gennaio 2010.
  31. Citato in Senato della Repubblica Italiana – Commissione straordinaria diritti umani – Seduta n. 98, martedì 17 gennaio 2012 – Indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani, vigenti in Italia e nella realtà internazionale – Audizione della senatrice Emma Bonino, già commissario europeo per gli aiuti umanitari, sul tema Politica estera e diritti umani. Senato della Repubblica Italiana, 17 gennaio 2012.
  32. Dalla Discussione sulla Conversione in legge del decreto-legge 10 luglio 2018, n. 84, recante disposizioni urgenti per la ces-sione di unità navali italiane a supporto della Guardia costiera del Ministero della difesa e degli organi per la sicurezza costiera del Ministero dell'interno libici, Senato della Repubblica, Aula, 25 luglio 2018.
  33. Dalla Discussione e reiezione delle mozioni di sfiducia individuale nn. 230 e 235 nei riguardi del Ministro della giustizia, Legislatura 18ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 219 del 20 maggio 2020.

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