Elisabetta Pellini

attrice italiana

Elisabetta Pellini (1974 – vivente), attrice italiana.

Citazioni di Elisabetta Pellini modifica

  • Di ogni film porto un ricordo speciale e molto bello. Mi affeziono a ogni personaggio, molto spesso sono distanti dal mio modo di essere, dai miei valori e dai miei modi di pensare e agire, per questo diventano importanti per me, diventano mie amiche.[1]
  • [«Come è nata la tua passione per il mondo dello spettacolo?»] È nata fin da piccola, ho iniziato a 5 anni a fare danza classica, ero la prima ballerina del teatro di Varese. Non mi hanno mai interessato i lustrini ma avevo forti emozioni dallo scricchiolio degli assi del teatro, spiavo dalle tende del palco la gente che veniva a vederci, mi piace la preparazione, ero attratta dalla fatica [...][2]
  • [...] essere cattivi credo sia più facile che fare commedia. Per la commedia bisogna avere una bella tecnica ed una dose di autoironia, una bella sfida che a me piace e spero mi facciano fare sempre più spesso. Nella commedia bisogna far ridere e si ride anche sul set e quando si torna a casa. Si è sempre più gioiosi.[2]
  • Ho studiato in un collegio [...] ed essendo una scuola esclusivamente femminile io ero chierichetta. Amavo suonare la chitarra in chiesa e per un periodo volevo entrare in noviziato per diventare suora... si è vero! Ancora oggi andare in chiesa e accender una candela mi da tanta serenità e pace interiore. Poi la vita mi ha portato a vivere la fede in modo laico, ma sempre nel rispetto del prossimo e con grande amore per chi è in difficoltà. Poter aiutare chi non è stato fortunato come me, sostenere le cause di persone che son in difficoltà mi rende serena e in pace con me stessa.[3]
  • Il cinema è il mio grande amore, il primo amore, ma anche la fiction è cinema, anche se in modo diverso e con altri tempi. Per un attore esistono comunque le storie, i personaggi, i ciak... azione!!! Non penso se è cinema o televisione in quel momento, cerco solo di fare il mio lavoro al meglio con grande passione e entusiasmo.[4]
  • Il maresciallo Rocca è stato uno dei primi lavori che ho fatto. Quando ho incontrato Gigi [Proietti] ero un po' agitata. Ricordo che mi ha tranquillizzata e mi ha dato tantissimi consigli riguardo la scena. Mi ha detto "se hai dei dubbi non devi averli, perché devi fare l'attrice". Mi ha consigliato di studiare e dei maestri [...]. Oltre al set de Il maresciallo Rocca, sono sempre andata a tutte le prime degli spettacoli di Gigi. Era un attore generosissimo, un grandissimo uomo e un maestro. Era una persona semplice, si fermava con tutti a chiacchierare e a raccontare barzellette. Voleva sempre rubarti un sorriso e farti ridere.[5]
  • Nel corso della mia carriera mi sono cimentata in diversi ruoli, la dark lady, la suora, la prostituta, la svanita. Il bello di fare l'attrice è togliersi il proprio essere e i propri vestiti e dimenticarsi, per quel periodo, chi sei e giochi a essere qualcun altro.[6]
  • Non mi sento popolare e vivo in modo semplice girando a piedi o in bicicletta per Roma. Non ho vissuto vantaggi o svantaggi se non il riscontro della gente che non conosco che mi riconosce e esprime la sua opinione, sempre ben accetta, anche se critica. Il confronto, la discussione è crescita![7]
  • [...] non vivo bene l'attesa nel mio mestiere. Esistono tante attese tra un provino e l'altro, è un continuo confronto. È l'elemento più complesso di questo lavoro. Molto spesso, l'attesa deve essere interrotta. Quando sei chiusa in casa, è difficile che le cose arrivino. In qualche modo, devi uscire, devi proporti, devi farti vedere. È importante saper aspettare ma è altrettanto importante saper intervenire se ci sono dei periodi di troppa pausa. Spesso, utilizzo l'attesa per poter studiare e guardarmi intorno. Osservo le persone perché da ogni persona, da ogni relazione che ha, da ogni comportamento che ha, riesci a capire tante cose. È fondamentale l'osservazione del mondo, non rimanere chiusi nelle proprie sofferenze. C'è così poco ascolto intorno a noi.[8]
  • Soffro di attacchi di panico, da sempre. Sono una bestia cattiva che ti colpisce alle spalle, quando meno te l'aspetti. Li combatto senza medicine. Tra bioenergetica, voce-terapia per la giusta respirazione, e Bush flowers, i fiori australiani spray, una sorta di fiori di Bach. [«Sul palco o sul set come fai?»] La botta di adrenalina mi fa passare l'ansia di colpo. È dopo, con il calo, nel relax e nei momenti più banali che ritorna. Io uso un trucco. [«Quale?»] Canto. L'attacco di panico è collegato, come fenomeno finale, a una mancanza di ossigeno. Quando lo sento arrivare, mi metto a canticchiare, così sono costretta a respirare. Qualsiasi cosa, meglio se facile, da Azzurro al Ballo del qua qua![9]
  • Sono innamorata della luce di Roma, delle case, del centro, della campagna, delle fughe che faccio al mare d'inverno o d'estate quando fa caldo... È una delle città più belle al mondo. Ho viaggiato tanto ma credo che Roma sia unica [...][7]
  • Tutte le sere prima di addormentarmi ripenso a quando ero bambina e ricordo vari aneddoti, sempre diversi. È un bellissimo gioco, che faccio per addormentarmi con pensieri positivi, trasparenti e ingenui. Quando si è piccoli il mondo è diverso e io non voglio dimenticare come lo vedevano gli occhi della piccola Eli.[10]

Elisabetta Pellini: "Una donna che corre con i lupi ma con la sindrome del brutto anatroccolo"

Intervista di Pietro Cerniglia, thewom.it, 2 maggio 2023.

  • Ho tutto nella mia agenda: senza, sarei persa. Ho un'agenda di Mafalda che uso sin da quando sono piccola: è sempre più introvabile ma è bella perché Mafalda è uno dei personaggi dei fumetti, anche molto ironico, che più adoro. Appunto nell'agenda tutto quello che devo fare, dalle interviste ai casting, dall'appuntamento con la mia migliore amica al massaggio dall'estetista. Non riesco a farlo sullo smartphone o sull'IPad perché lo trovo asettico: mi fido di più dell'agenda. Così come non riesco a leggere i libri in formato digitale: mi piace sfogliarli, sottolinearli... mi piace il cartaceo, poterlo avere in mano. [...] Negli anni, ne ho collezionate diverse e le conservo ancora tutte. Sono diventate i libri della mia vita: è anche bello rileggerle e ricordarsi che quel giorno è successa quella determinata cosa. Se incontro qualcuno che mi piace, rompo con un fidanzato o litigo con la mia migliore amica, sull'agenda scrivo anche le motivazioni e farlo ha anche una forte valenza psicologica. [...] Per me, scrivere è terapeutico così come lo è dipingere.
  • A volte una buona dose di egoismo non guasterebbe: le persone che pensano meno sono più felici di quelle che pensano troppo.
  • Sono vagamente malinconica come persona. Mi piace la malinconia: ti fa crescere e ti fa ricordare le cose belle.
  • Se uno avesse meno memoria, a volte sarebbe anche meglio. La perdita di mio padre nel 1999, morto improvvisamente di infarto, e il fatto di non avergli potuto dire quanto lo amassi è un trauma che ancora mi porto dietro con la paura dell'abbandono: ogni volta che saluto qualcuno (un'amica, un fidanzato o mia madre), ho sempre terrore che sia l'ultima. È il motivo per cui ad esempio scatto tante fotografie, anche dei posti che visito e in cui vorrei poi ritornare per ritrovarli esattamente così come li ho lasciati.
  • [...] abitando in un paesino del varesotto, vedevo tantissimi film anche perché fuori pioveva quasi sempre!
  • [...] ho sempre avuto la sindrome del brutto anatroccolo. Non mi sono mai sentita bella e, quindi, non ho mai agito come una bella. Molto spesso non mi sento all'altezza di tante situazioni, ragione per cui le vivo con ansia. Ogni cosa per me rappresenta una sfida. Poi, penso anche che la bellezza in qualche modo possa aiutare ma l'ho sempre accompagnata con altro. Vengo dal mondo della danza classica, conosco il sudore e il sacrificio. Ma riconosco che il mio più grosso limite è quello di sottovalutarmi. [«Tuttora?»] [...] quando vado a fare i provini, dentro me penso che le altre siano sempre molto più belle di me. Sono quindi oggi contenta dei self tape, almeno non vivo il confronto con chi è prima o dopo di me. Bisognerebbe ricordarsi che fare l'attore è anche dimenticarsi di se stessi. Anche quando vado in spiaggia, tendo a coprirmi [...]. Vado in giro con palandrane molto lunghe, che tolgo solo quando faccio il bagno: ho un grande pudore del mio corpo, non amo esporlo. Però, poi, mi ritrovo a interpretare dei film con delle scene che prevedono sesso (ovviamente finto) e nudità. Ma in quel caso non sono Elisabetta, divento il personaggio. E, se questo si sente bella, in quel momento mi ci sento anch'io: una sensazione che svanisce quando torno a casa e ritorno brutto anatroccolo. È un contrasto che spesso e volentieri anche chi mi sta accanto non riesce a capire [...]
  • Da attrice, non è facile stare in coppia, devi trovare qualcuno che accetti di vederti andare via anche per mesi, di vederti girare scene anche di sesso e di sentirsi spiegare che, nonostante sembrassi presa dal momento, era solo finzione.

Note modifica

  1. Da Madre, aiutami – intervista doppia a Elisabetta Pellini e Lara Almerico, tvblog.it, 31 gennaio 2014.
  2. a b Da Mario Lucillo, Intervista esclusiva all'attrice Elisabetta Pellini: fiction, cinema e cortometraggi ed "antipatia" per i galli, worldpass.it, 15 febbraio 2015.
  3. Dall'intervista di Rita Sberna, Elisabetta Pellini "Parlare con Dio mi dà sicurezza", gaudiumpress.org, 26 settembre 2022.
  4. Da Stefano Duranti Poccetti (a cura di), Elisabetta Pellini. Una semplice donna amante del set!, corrieredellospettacolo.com, 21 maggio 2013.
  5. Da Francesco Sciortino, Intervista a Elisabetta Pellini e al produttore Claudio Bucci: "Tutto sulla SelfieMania", lavocedelloschermo.com, 14 dicembre 2020.
  6. Da Nicola Garofano, Elisabetta Pellini, da Le tre rose di Eva a Sirene: ecco la nostra intervista, teleblog.it, 22 novembre 2017.
  7. a b Dall'intervista di Gianfranco Gramola, Elisabetta Pellini, intervisteromane.net, 2 maggio 2012.
  8. Da Anna Chiara Delle Donne, Intervista a Elisabetta Pellini, al cinema con Dark Matter: "Ogni donna che interpreto mi aiuta a capire il mondo", filmpost.it, 8 maggio 2023.
  9. Dall'intervista di Matteo Gamba, Infernet, Elisabetta Pellini: «L'ansia e il palco», vanityfair.it, 28 aprile 2016.
  10. Dall'intervista di Fabrizio Bettinelli, Elisabetta Pellini: "Mi piacerebbe un ruolo comico da protagonista", gentevip.it, 1º settembre 2015.

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