Dorothea von Benckendorff

nobildonna tedesca
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Contessa Dorothea von Benckendorff (1785 – 1857), nobildonna tedesca.

La contessa di Lieven ritratta da sir Thomas Lawrence

Citazioni di Dorothea von Benckendorff modifica

  • In che modo grande vi amo, e in che modo piccino! Posso scrivervi due volumi. Posso ripetervi cento volte in ogni pagina che vi amo...[1]
  • Da che cosa dipende che io sono diventata un'altra, da quando vi ho conosciuto? Siete voi che mi avete fatto così, oppure sono io che porto in me il germe che è buono?[1]
  • Aiutata da voi, nulla sarà difficile. Avrò l'anima; diventerò tutto quello che volete.[1]

Citazioni su Dorothea von Benckendorff modifica

Klemens von Metternich modifica

  • Comprendete la mia felicità nel potervi considerare parte di ciò che è mio, e di non dovervi guardare come un estraneo?
  • Il giorno in cui vi vedrò, invece di scrivervi, sarò felice. Me lo credete, cara Dorotea?
  • L'uomo che voi oggi amate è una pietra di confine, posta dov'è per fermare coloro che corrono all'impazzata.
  • Nulla atterrisce quanto la distanza. Voi potreste essere morta ed io non lo saprò abbastanza presto per morire.
  • Sapete quello che spesso mi disturba in una relazione come la nostra? Il pensiero che un indiscreto lettore possa trovare che le mie lettere sono simili, all'eccesso, a quelle di tutti gli innamorati.
  • [Firenze] Tutto qui spira grandezza, gusto, umanità, purezza, e bellezza, nel più alto grado. Credo che sarei più felice qui con voi, che in qualsiasi altro luogo. Ciò è il massimo elogio che io possa fare a questa città. Non so se voi amiate pitture, statue, bronzi, marmi antichi di tutte le qualità. Lo credo, perché lo desidero.
  • Vi amo come la vita stessa. Soddisfo un impulso, amandovi e dicendovelo.

Arthur Herman modifica

  • Ella si impose alla mediocrità degli uomini che la circondavano, fu adulata dalle loro attenzioni, dal loro rispetto per le sue opinioni e per il suo consiglio.
  • Non si poteva dir bella, col suo naso grande e troppo a punta, orecchie grandi, il collo troppo lungo, una bocca sgraziata, ed un'incredibile magrezza. Eppure aveva un fascino personale; bellissimi capelli biondi, occhi carezzevoli, qualche cosa di veramente spirituale. Era seria, logica, intellettualmente curiosa, dominatrice, conscia delle sue doti superiori, di spirito sottile ed arguto, facile a piacere ed a conquistare, quando lo riteneva a proprio vantaggio.

Note modifica

  1. a b c Citato in Arthur Herman, Metternich, traduzione di Giorgio Liebman, dall'Oglio Editore, Milano, 1958, p. 130.

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