Devi

termine sanscrito per indicare una divinità femminile

Citazioni sulla Dea (Devī, nella trascrizione dal sanscrito; देवी in devanagari) presso le tradizioni hindu.

  • Come Śiva, la Dea incarna il paradosso e l'ambiguità: ella è sensuale ma distaccata, dolce ed eroica, bella e terribile. Poiché è sia l'energia che rende schiavi sia quella che libera, la Dea è la Śakti, ossia l'energia e il potere di Śiva. (Gavin Flood)
  • Essa è la forma di tutto ciò che è cosciente. L'origine della conoscenza, la percezione della realtà, l'istigatrice dell'intelletto. (Devībhāgavata Purāṇa)
  • In realtà la Dea si manifesta – secondo gradi diversi – in tutte le donne. Una delle più importanti pratiche tantriche è la venerazione rituale di una donna o di una fanciulla da parte di devoti sia di sesso maschile sia di sesso femminile. Una fondamentale cerimonia, celebrata soprattutto nel Bengala e nel Nepal, è la venerazione di una fanciulla (la kumārī-pūjā) in cui una giovane vergine di circa dodici anni è collocata su un «trono». La Dea è installata o fatta discendere nella fanciulla come avverrebbe con un'icona, e la giovinetta viene poi venerata. (Gavin Flood)
  • Questa è una, onnipresente, sovrana; le diverse dee adorate nei culti privati o pubblici, pur con le loro differenze a volte molto marcate, non sono altro che sue forme particolari. (André Padoux)
La Dea Kālī, scultura in bronzo presso il National Museum, New Delhi, India.

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