Danilo Dolci

sociologo, poeta e educatore italiano (1924-1997)

Danilo Dolci (1924 – 1997), attivista nonviolento, educatore, sociologo e poeta italiano.

Danilo Dolci

Citazioni di Danilo Dolci modifica

  • A chi obietta che finora nella storia non sono stati possibili cambiamenti strutturali con metodi nonviolenti, che non sono esistite rivoluzioni nonviolente, occorre rispondere con nuove sperimentazioni per cui sia evidente che quanto ancora non è esistito in modo compiuto, può esistere. Occorre promuovere una nuova storia.[1]
  • È una storia complicata quella di Portella, ma tu dovrai fare un film semplice, che lo possano capire tutti, perché se la gente capisce cos'è successo quel giorno, avrà in mano uno strumento per cogliere il senso di tutte le stragi che, dalla fine degli anni '60, hanno insanguinato l'Italia.[2]
  • Il vivere mi inorridisce | e affascina | siamo minimi microbi | in bilico distratto | tra disperazione e presunzione.[3]
  • La creatività non si trasmette. Ma ognuno incontrando l'occasione di poterla sperimentare, può accendersene.[4]
  • Non è vero che la gente non capisce, non possa capire. Vero, invece, che la gente perlopiù è allevata con tanto invisibili quanto mostruosamente consistenti paraocchi affinché non possa affrontare i suoi problemi.[5]
  • Quando le raffiche della burrasca | crescono | devi inventare l'angolo, ogni tratto, | a cui la furia | sommergente infonda | forza avanzante – | col timone arrischiare di sapere | come tagliare il mare.[3]
  • Se l'occhio non si esercita, non vede. | Se la pelle non tocca, non sa. | Se l'uomo non immagina, si spegne.[6]
  • Vi sono grato | di non esservi vergognati di me | quando mi eran contro quasi tutti [...] | Vi lascio | una vita scoperta intensamente | giorno per giorno: | ho cercato per voi | di guardare oltre l'attimo vivendolo....[6]

Citazioni su Danilo Dolci modifica

  • Danilo mi fa venire in mente la storia di fra Michele Minorita. È un'antica cronaca fiorentina, rievoca anche la figura di un monaco, appartenente all'ordine dei «fraticelli della povera vita», che praticavano la povertà assoluta che predicavano che nel Vangelo Cristo e gli apostoli non avevano mai riconosciuto la proprietà privata. Il Papa Giovanni XXII condannò questa affermazione come eresia: e fra Michele per averla predicata fu condannato, nel 1389, al rogo. (Piero Calamandrei)
  • Evitiamo di creare un mito di comodo, per liquidarlo. Basta dire: «è un essere superiore, un apostolo, un eroe» per sottintendere: «noi, con lui, non c'entriamo». Si tratta invece di un architetto, come noi, che ha optato per una via alternativa senza la quale l'architettura scade nel mestierantismo avaro, perde ogni forza di «profezia», [...] diviene un mezzo sconsolato per campare magari agiatamente, ma privi di felicità. (Bruno Zevi)
  • Non dimentichiamo come è cominciata la vicenda di Danilo. Il caso determinante della sua vita è stato l'incontro con un bambino morto di fame. Quando nell'estate del 1952 Danilo ebbe visto morire di fame il figlioletto di Mimma e Giustina Barretta, allora egli si accorse di trovarsi "in un mondo di condannati morte"; e gli apparve chiara l'idea che questo mondo non si redime con la violenza, ma col sacrificio. Fu allora che disse: «su questo stesso letto dove questa creatura innocente è morta di fame, io, che potrei non essere povero, mi lascerò morire di fame come lui, per portare una testimonianza, per dare con la mia morte un esempio, se le autorità non si decideranno a provvedere». E dopo una settimana di digiuno, che già aveva ridotto Danilo in fin di vita, le autorità finalmente intervennero, non per pietà, ma per liberarsi dalla responsabilità di lasciarlo morire; essi decisero di offrire subito le prime somme occorrenti per pagare i debiti dei pescatori e dei braccianti del luogo e, e per iniziare i lavori di sistemazione delle strade e delle acque. Poi nuovamente si fermarono: ma soltanto così Danilo era riuscito a svegliare il torpore burocratico dei padroni. (Piero Calamandrei)

Note modifica

  1. Da Non sentite l'odore del fumo?, Laterza, Bari, 1971, p. 90, in Una rivoluzione nonviolenta, p. 144.
  2. Citato in Paolo Benvenuti, Come è nato il film "Segreti di Stato", www.conmagazine.it, 8 novembre 2016.
  3. a b Da Il dio delle zecche.
  4. Citato in Amico Dolci, Il Centro per lo sviluppo creativo "Danilo Dolci", in Una rivoluzione nonviolenta, p. 154.
  5. Da Nessi fra esperienza etica e politica, vol. II, Lacaita, Manduria, 1993, in Una rivoluzione nonviolenta, p. 144.
  6. a b Da Il limone lunare.

Bibliografia modifica

  • Danilo Dolci, Una rivoluzione nonviolenta, a cura di Giuseppe Barone, Terre di mezzo editore – i libri di altreconomia, Milano, 2007. ISBN 978-88-89385-95-1

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