Cleobulo

filosofo greco antico

Cleobulo (VI secolo a.C. – 600 a.C.), filosofo greco antico, annoverato tra i Sette sapienti.

  • Bisogna beneficare l'amico perché diventi più amico, il nemico perché diventi amico: dobbiamo infatti evitare il rimprovero degli amici, l'insidia dei nemici. Uscendo di casa ci si chieda prima cosa bisogna fare, rientrando ci si chieda cosa si è fatto. È preferibile udire anzi che parlare [essere dotto piuttosto che incolto]; la lingua sia aliena dalla bestemmia; sii amico della virtù, nemico del vizio; fuggi l'ingiustizia; consiglia nel modo migliore alla città; domina il piacere, nulla fare con la violenza; educa i figli, componi le inimicizie. Con la donna non cadere né in dimostrazioni d'affetto né d'ira, alla presenza d'estranei; ché nell'un caso si dà prova di stoltezza, nell'altro di pazzia. (citato in Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, a cura di Marcello Gigante, Mondadori, 2009, libro I, cap. VI, 91-92)
  • Meglio ascoltare che parlare molto. (riportata da Demetrio Falereo e Diogene Laerzio (1,63,3 D.-K.))
Cleobulo
Φιλήκοον εἶναι μᾶλλον ἢ πολύλαλον.
  • Nessuno sarà a lungo felice per i suoi delitti.[1]
Felix criminibus nullus erit diu.[2]

Note modifica

  1. Citato in Decimo Magno Ausonio Septem sapientium sententiae, traduzione di Manlio Simonetti; citato in Antologia della letteratura latina, p. 909.
  2. In Antologia della letteratura latina, p. 908.
  3. Citato in Luciano De Crescenzo, Storia della filosofia, Mondadori, 2013, p. 18.

Bibliografia modifica

  • Bruno Gentili, Luciano Stupazzini e Manlio Simonetti, Antologia della letteratura latina, Editori Laterza, Roma-Bari, 1989.

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