Carola Prosperi

scrittrice e giornalista italiana (1883-1981)

Carola Prosperi (1883 – 1981), scrittrice e giornalista italiana.

Citazioni su Carola Prosperi modifica

  • Favola antica, metodo ed espedienti narrativi un po' vecchi... Dal verismo in poi, quante malinconiche storie di donne infelici e solitarie sono state raccontate! Quante, dalla Prosperi stessa! – Eppure il romanzo [Il fanciullo feroce] ci piace. Scritto con vena, con sentimento, direi quasi con passione, come se la scrittrice sentisse per la sua protagonista, oltre che un'estetica compiacenza, una profonda, umana simpatia; questo romanzo è quasi la definitiva cristallizzazione d'elementi già noti allo stato liquido, e però, oltre che un senso di perfezione, dà l'illusione di cosa nuova. L'illusione soprattutto della verità. E tuttavia, non inutili crudezze, non volgarità, non perversioni; soltanto la fredda luce, che staglia le linee, facendole più rigide ed angolose.
    Il fanciullo feroce non è una rivelazione, ma una prova maggiore e migliore dell'innegabile ingegno di Carola Prosperi. (Luigi Tonelli)
  • La P. nei suoi racconti colorisce con intensità di passione la vita umile e sognatrice delle piccole borghesi; le sue protagoniste non sono le donne peccatrici, ma neanche le donne dall'insipida onestà. Esse vivono sospese tra la realtà modesta e proba e il sogno ricco di fantasmi soavemente colpevoli; brave fanciulle o donne castigate che, nella loro vita di rinunzie e di sacrifizi, sentono con delizioso terrore il fascino della colpa e di una vita superiore e libera. (Luigi Russo)
  • Tutte le volte che la Prosperi ha tentato un urto di passioni, un conflitto drammatico, le è mancato un punto d'appoggio nella realtà su cui far leva. Ma c'è un umile, continuo, represso grido lirico, ed è la particolare bellezza della Paura di amare: il grido della vergine violata, dell'amante inebriata, della sposa che partorisce, della puerpera che muore; il gemito sordo di questo spirito su cui la materia prevale, e che nello strazio cui lo sottomette l'istinto trova appena tanto di forza e di libertà che le basti per ergersi verso il cielo deserto, domandando pietà. (Giuseppe Antonio Borgese)

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