Battaglia della Piana dei Merli

scontro militare del 1389 tra l'esercito ottomano e quello cristiano

Citazioni sulla battaglia della Piana dei Merli del 15 giugno 1389.

Battaglia della Piana dei Merli, di Adam Stefanović, olio su tela, 1870

Citazioni modifica

  • Il dato patologico è che in Serbia la battaglia del Kosovo è sentita come se fosse avvenuta l'altro ieri, e che persino le squadre di calcio sono viste come espressione di opposte etnie. (Demetrio Volcic)
  • In Kosovo, nel 1389, le forze serbe avevano subito una dura sconfitta per mano della cavalleria mobile dell'impero ottomano. Il condottiero serbo, catturato dai turchi, era stato portato al cospetto del sultano e decapitato. Nel corso dei secoli erano stati molti i serbi che, rendendo omaggio alla prodezza del loro esercito, avevano vagheggiato di vendicare quella sconfitta. Per loro il Kosovo era un luogo simbolo dell'identità serba. (Madeleine Albright)
  • La battaglia fu sanguinosa e da ambe le parti perirono moltissimi; però la vittoria rimase ai Turchi. Allora un giovane boiardo dell'esercito cristiano, serbo, secondo alcuni, nome Milose Cobilovici, rumeno secondo altri e soprannominato Vitejescu (il prode), disperato, fece sembiante di essere un disertore, ed entrando nel campo turco, fu condotto dinanzi ad Amurat. Là il giovane eroe uccise il soldano e cadde egli stesso vittima assalito dalle guardie. (Ion Heliade Rădulescu)
  • Non è nemmeno del tutto chiaro chi vinse la battaglia di Kossovo. L'impero serbo-bosniaco continuò per altri decenni, ma un numero crescente di dignitari accettarono come vassalli la supremazia di Istanbul.
    La leggenda invece visse una sua vita indipendente.
    In alcune varianti esiste l'elemento biblico dell'ultima cena. Lazar pronunciò le ultime parole, descrisse le virtù dei commensali, la loro signorilità e bellezza e infine consegnò il suo boccale al più grande dei grandi, in cui tuttavia già sospettava il Giuda traditore. Continuando sul versante religioso, Lazar volutamente scelse il regno dei cieli, «perché quello di terra è piccolo e invece il reame dei cieli viene dai secoli e si prolunga in essi».
    La battaglia è recepita come un rito sacrificale, ma non come un suicidio. Il principe avrebbe combattuto fino all'ultimo, fino a uccidere un «drago», Murat I e poi accettare la corona di martire, come racconta la monaca Jefimija. Su questo filone mistico-religioso ha camminato ogni tanto l'esercito serbo. (Demetrio Volcic)

Slobodan Milošević modifica

  • Ai tempi di questa famosa battaglia combattuta nel Kosovo, le genti guardavano alle stelle attendendosi aiuto da loro. Adesso, sei secoli dopo, esse guardano ancora le stelle, in attesa di conquistarle.
  • Oggi come oggi è difficile dire quale sia la verità storica sulla battaglia del Kosovo, e che cosa sia solo leggenda. Oggi come oggi questo non ha più importanza. Oppressa dalla sofferenza ma piena di fiducia, la popolazione era solita rievocare e dimenticare, come in fondo tutte le popolazioni del mondo fanno, e si vergognava del tradimento e glorificava l'eroismo. Perciò è difficile dire oggi se la battaglia del Kosovo fu una sconfitta o una vittoria per la gente serba, se grazie ad essa fu precipitata nella schiavitù o se ne sottrasse.
  • Sei secoli fa, la Serbia si è eroicamente difesa sul campo del Kosovo, ma ha anche difeso l'Europa. A quel tempo la Serbia era il bastione a difesa della cultura, della religione, e della società europea in generale.

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