Aleksej Konstantinovič Tolstoj

scrittore, poeta e drammaturgo russo

Aleksej Kostantinovič Tolstoj, in russo: Алексей Константинович Толстой (1817 – 1875), scrittore, poeta e drammaturgo russo.

Il'ja Repin, ritratto di A.K.Tolstoj

Citazioni di Aleksej Konstantinovič Tolstoj modifica

  • Entrato nella mia camera – disse Vladimir – misi una candela in uno dei candelabri a forma di ramo che, come enormi ragnatele, si reggevano nella cornice dorata dello specchio, e con cura ispezionai le mie pistole. Riuscii ad aprire una imposta inchiodata e, con inspiegabile piacere, cominciai a respirare l'aria pura della notte. Tutto attorno a me vi era silenzio. La luna era già alta, e l'aria così trasparente che potei distinguere tutte le sinuosità dei monti più lontani, fra i quali spiccava maestosa la torre del castello di Baradello. Mi abbandonai alla meditazione ed osservavo il lago[1]e le montagne [...].[2]

Incipit di alcune opere modifica

Il conte di Cagliostro modifica

Nel distretto di Smolensk, in mezzo a colline ricoperte da campi di grano e boschetti di betulle, sul greto alto di un fiume, sorgeva la residenza signorile di Biancafonte, antico feudo dei principi Tulupov.
La casa in legno degli avi, ubicata in una minuscola conca, era stata sprangata e abbandonata.
La casa nuova, con colonne in stile greco, era rivolta verso il fiume e i campi retrostanti.
La facciata posteriore, con le due dépendance, si spingeva sin entro il parco, ov'erano dei laghetti con isolotti e fontane.
Inoltre, qua e là nel parco ci si poteva imbattere in una donna di pietra con in mano una saetta, o in un'urna con sullo zoccolo l'epigrafe POSA AL MIO PIÈ E CONTEMPLA / QUANTO FUGACE È IL TEMPO, ovvero in malinconiche rovine, avvinte dall'edera.

La storia di Ivan lo Stupido modifica

In un certo villaggio di un certo regno, viveva una volta un contadino abbastanza ricco. Quest'uomo tanto ricco aveva tre figli: Semyon il Soldato, Taras il Panciuto, Ivan lo Stupido, e una figlia nubile, Malyana la Muta.
Semyon il Soldato andò in guerra per servire lo Zar; Taras il Panciuto si recò in città presso un mercante, per lavorare nel commercio; e Ivan lo Stupido rimase a casa, con sua sorella Malyana, a spezzarsi la schiena, lavorando nei campi.

Note modifica

  1. Di Como.
  2. Da Il vampiro, cura e traduzione di Luigi Volta, Edizioni Studio Tesi, Pordenone, 1992, p. 61. ISBN 88-7692-100-1

Bibliografia modifica

  • Aleksej Tolstoj, Il conte di Cagliostro, traduzione di Renzo Oliva, Sellerio, 1987.
  • Alexej Konstantinovic Tolstoj, La storia di Ivan lo Stupido, traduzione di Gianni Pilo, in "Storie di diavoli", a cura di Gianni Pilo, Newton & Compton, 1997.

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