Aldo Borelli

giornalista italiano

Aldo Borelli (1890 – 1965), giornalista italiano.

Citazioni su Aldo Borelli modifica

  • Borelli giunse al giornale [il Corriere della Sera[1]] nel tardo pomeriggio del 26 luglio [1943], venendo da Roma. [...] Gli eravamo intorno tutti. Gran silenzio, grande imbarazzo, Capimmo che non si era reso conto che la situazione era cambiata[2]. Credeva di poter fare finalmente un giornale libero, un giornale senza veline. Cominciò a impartire disposizioni ai redattori-capi che lo ascoltavano perplessi. Fu un momento di imbarazzo. Il silenzio si distendeva in tutta la stanza come un velo fitto. Borelli andava avanti a parlare. Finché Bruno Fallaci – sempre considerato un uomo di Borelli, che lo aveva portato con sé a Milano dalla «Nazione» di Firenze – prese coraggio e brutalmente, con freddezza toscana, gli disse: «Direttore, lei il giornale non lo fa più!».
    Non c'era nessuna revanche, nessuna animosità nei confronti del direttore galantuomo: solo la constatazione della nuova realtà. Borelli si accasciò sulla poltrona pallidissimo. (Gaetano Afeltra)

Note modifica

  1. Borelli dirigeva il quotidiano milanese dal 1929.
  2. Il 25 luglio, dopo il voto avverso del Gran consiglio del fascismo, Vittorio Emanuele III aveva fatto arrestare Mussolini e affidato la guida del governo al maresciallo Pietro Badoglio.

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